Mentre il mondo della Formula 1 si prepara a un significativo cambiamento normativo nel 2026, è scoppiata una accesa disputa tra Toto Wolff, il capo della Mercedes, e Christian Horner, il top brass della Red Bull. Questo disaccordo ruota attorno al futuro delle fonti di energia dello sport, con la prospettiva di tornare ai motori V10 dai moderni sistemi ibridi che crea un abisso tra le due figure.
Questo discorso è stato stimolato dalla proposta del presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, di indagare sulla fattibilità di un ritorno ai motori classici, che ora sarebbero alimentati da risorse sostenibili. L’idea è una che risuona con i fan di tutto il mondo, evocando ricordi dell’era dominata dal leggendario Michael Schumacher. Inoltre, si allinea con l’iniziativa Net Zero della F1 per il 2030, che mira a compensare completamente le emissioni di carbonio.
Tuttavia, Wolff si oppone fermamente all’abbandono della tecnologia ibrida. L’austriaco sostiene che una tale mossa potrebbe potenzialmente minare l’impegno della F1 per la sostenibilità e l’innovazione tecnologica. Ha sottolineato che mantenere il progresso era essenziale e ha guardato con sfavore all’idea di un regresso verso il passato.
Wolff ha spiegato la sua posizione durante un incontro con i media, suggerendo che fosse prematuro considerare cambiamenti così drastici. Ha affermato che l’attuale ciclo di cinque anni aveva regolamenti in vigore e che l’attenzione dovrebbe essere rivolta ai prossimi nuovi ed entusiasmanti regolamenti. Ha anche espresso preoccupazione che tali discussioni, a un anno dai nuovi regolamenti, potessero rischiare di diluire il messaggio della F1 al mondo.
In netto contrasto, Horner è intrigato dalla possibilità di rivedere i motori V10. Crede che i progressi nella tecnologia dei carburanti sostenibili rendano questa opzione praticabile. Secondo Horner, un ritorno a motori più semplici e ad alta rotazione potrebbe migliorare lo spettacolo della F1 senza sacrificare la responsabilità ambientale. Il capo della Red Bull ha espresso le sue opinioni ai media, affermando che il purista che è in lui vorrebbe vedere un ritorno responsabile ai motori V10 alimentati da carburanti sostenibili.
I commenti di Sulayem hanno alimentato le fiamme della nostalgia tra gli appassionati di F1, molti dei quali desiderano il caratteristico ruggito acuto dei V10 che hanno definito i primi anni 2000. I relativamente silenziosi ibridi V6, introdotti nel 2014, non sono stati accolti altrettanto bene. Sulayem non è solo nei suoi sentimenti, poiché anche il CEO della F1, Stefano Domenicali, ha espresso interesse nell’esplorare la fattibilità di un ritorno dei V10.
Tuttavia, un ritorno ai motori V10 presenta sfide significative. Le normative del 2026 impongono un focus sulla tecnologia ibrida, con una suddivisione equilibrata 50/50 tra un motore a combustione interna e un motore elettrico avanzato, tutti alimentati da carburanti interamente sintetici.
Abbandonare il piano potrebbe richiedere un sostanziale investimento finanziario e potenzialmente dissuadere produttori come Mercedes, Ferrari, Cadillac e Audi, che hanno già investito risorse considerevoli nella tecnologia ibrida. Pertanto, nonostante le opinioni contrastanti di Wolff e Horner, la F1 rimane ferma nel suo impegno per la tecnologia ibrida. Le normative del 2026 segnano un passo significativo verso la sostenibilità e l’efficienza nello sport.