In un importante cambiamento in Andretti Global, Michael Andretti si è ritirato dalle operazioni quotidiane del team di corse, cedendo la leadership al partner commerciale Dan Towriss, CEO di Gainbridge e Group 1001. Contrariamente alle voci, Andretti nega fermamente di essere stato estromesso dal proprietario della IndyCar Series, Roger Penske, insistendo che la decisione è stata una scelta personale fatta alla luce delle sue priorità di vita in evoluzione.
La leggenda delle corse di 62 anni, che è stata al timone di Andretti Global sin dalla sua nascita nel 2002, ha spiegato che era semplicemente il momento giusto per un cambiamento. “Non è per colpa di Roger Penske, è per colpa mia,” ha detto Andretti all’Associated Press (AP). “A 62 anni, ho trascorso tutta la mia vita nelle corse, e ora ho altre priorità. Ho dei gemelli di 10 anni e sono appena diventato nonno.”
Towriss, che ha costantemente aumentato il suo coinvolgimento con Andretti Global negli ultimi due anni, è ufficialmente diventato co-proprietario, acquisendo una partecipazione significativa nell’organizzazione. Insieme, Towriss e Andretti si affrettano a smentire le voci che suggeriscono che Andretti sia stato costretto a lasciare. “Questa ristrutturazione è stata in fase di preparazione per mesi, e io sono ancora molto coinvolto come consulente e ambasciatore per il team,” ha confermato Andretti.
Il tempismo di questa notizia, trapelata attraverso un rapporto di Sportico—di proprietà del figlio di Penske, Jay—è coinciso con un nuovo accordo di charter per i proprietari delle squadre di IndyCar. Sono sorte speculazioni quando Towriss ha firmato l’accordo a nome di Andretti Global, scatenando una raffica di voci. Ma Towriss e Andretti enfatizzano che si trattava di una transizione pianificata, non di un’acquisizione ostile.
“Non abbiamo detto che Michael non possiede più la squadra,” ha chiarito Towriss. “Abbiamo ristrutturato la proprietà, sì, ma Michael ha ancora un interesse finanziario. La decisione è stata reciproca e siamo entrambi felici del risultato.”
In mezzo ai cambiamenti di leadership, Andretti Global continua a schierare squadre competitive in diverse serie, tra cui l’IndyCar, dove Colton Herta ha recentemente conquistato il secondo posto nel campionato. Nonostante la perdita dello sponsor DHL a favore di Chip Ganassi Racing e la riduzione da quattro a tre auto, Towriss è fiducioso nel futuro della squadra. “Non siamo una ‘B Team’ in IndyCar,” ha affermato Towriss. “Possiamo ancora competere con nomi come Penske e Ganassi.”
Con Andretti che assume un nuovo ruolo come consulente e ambasciatore, il futuro di Andretti Global rimane luminoso sotto la guida di Towriss. Le ambizioni in corso della squadra in F1, sebbene offuscate dalla resistenza dell’establishment della F1, potrebbero anche guadagnare nuovo slancio con Towriss al timone.
Per Andretti, il prossimo Indianapolis 500—dove suo figlio Marco guiderà—rimane una data chiave nel suo calendario. Oltre a questo, l’uomo che ha dedicato la sua vita alle corse è pronto a godere di altri aspetti della vita, pur mantenendo un piede saldamente nel mondo del motorsport.