Kyle Larson, un peso massimo nel mondo dei motorsport, ha lanciato una sfida alla struttura organizzativa della NASCAR con la sua recente partnership con Brad Sweet. Il loro progetto, High Limit Racing, sfida il sistema di charter della NASCAR, proponendo un modello di franchising, un concetto progettato per garantire stabilità a lungo termine e sostenibilità finanziaria per le squadre. Questa mossa audace ha riportato Larson sotto i riflettori, accendendo dibattiti sul sistema di charter della NASCAR e sul suo impatto sullo sport.
Nonostante le critiche e l’attenzione legale, il presidente della NASCAR, Steve Phelps, rimane fermamente a favore della struttura di charter, che ritiene fondamentale per la prosperità delle squadre di Cup. Tuttavia, Larson, lui stesso campione della Cup Series, ha osato nuotare controcorrente, possibilmente alterando il panorama del motorsport.
High Limit Racing ha preso d’assalto il mondo delle corse di sprint car sin dalla sua nascita nel 2023. Con un calendario modesto per il primo anno, la serie ha visto una rapida espansione a oltre 50 gare nel 2024. Sono in programma 61 gare impressionanti in 20 stati nel 2025. Il modello di franchising, una caratteristica chiave di High Limit Racing, è il motore dietro questa storia di successo.
A differenza del sistema di charter della NASCAR che si basa fortemente su sponsorizzazioni fluttuanti e premi di gara, il modello di franchising di High Limit Racing garantisce una base finanziaria stabile. Le franchigie offrono sicurezza di proprietà a lungo termine, ponendo saldamente nelle mani delle squadre le redini del futuro finanziario. Questo sistema prevede di distribuire ben 18 milioni di dollari in valore totale nei prossimi quattro anni. Le attuali cinque franchigie includono Kasey Kahne Racing, Clauson-Marshall Racing, Rico Abreu Racing, Roth Motorsports e Murray-Marks Motorsports.
Entro la fine del 2025, cinque ulteriori franchigie si uniranno ai ranghi, con selezione basata sui punteggi medi delle finiture delle stagioni 2024 e 2025. Questo ha scatenato una frenesia competitiva tra sette squadre, tutte in gara per assicurarsi un posto e accedere al nuovo pool di entrate. Le speculazioni su una fusione tra High Limit e World of Outlaw sono state messe a tacere con l’intento chiaro di Larson e del suo team di rivoluzionare le corse di auto sprint secondo i propri termini.
Nel frattempo, la NASCAR è coinvolta in una disputa legale con due squadre, 23XI Racing e FRM. L’organizzazione è accusata di pratiche monopolistiche, con Curtis Polk, partner commerciale di Michael Jordan, implicato per aver presumibilmente orchestrato un boicottaggio delle gare a causa di disaccordi sul nuovo accordo di charter.
Mentre la battaglia legale si svolge, il modello di franchigia di High Limit Racing di Larson continua a guadagnare slancio. I fan sono entusiasti della prospettiva che i corridori della Cup passino alle auto sprint a tempo pieno. C’è un crescente sentimento tra i fan che i costi elevati della NASCAR, i contratti restrittivi e l’influenza delle aziende stiano spingendo i piloti a cercare alternative. Il modello di Larson, che offre una solida prospettiva finanziaria, sembra essere un’alternativa valida per molti proprietari di squadre.
Il successo di High Limit Racing ha spinto alcuni tifosi della NASCAR a riflettere. Un fan ha ammesso: “Devo smettere di parlare male del sistema di charter dal momento che il mio GOAT ha appena creato il proprio sistema di charter, credo.” Anche se il modello di Larson rispecchia l’approccio strutturato del charter della NASCAR, offre qualcosa che la NASCAR deve ancora fornire: vera sicurezza a lungo termine senza la necessità di leasing o dispute di rinegoziazione future.
In mezzo a tutto questo, la mossa di Larson ha suscitato anche un po’ di umorismo. Un fan ha scherzato sulla disputa legale in corso di Denny Hamlin riguardo alla struttura del charter della NASCAR, dicendo: “Spero che siano abbastanza intelligenti da NON lasciare che Denny Hamlin compri una squadra.” Hamlin, un forte sostenitore della struttura di proprietà della NASCAR, si trova a combattere per la stessa sicurezza che il sistema di franchising di Larson fornisce.
La mossa audace di Larson nel modello di franchising sottolinea la sua audacia e mette in evidenza il potenziale per modelli di business alternativi nell’industria degli sport motoristici. Con i fan che si schierano al suo fianco, la mossa audace di Larson potrebbe essere proprio il cambiamento di gioco che l’industria stava aspettando.