In seguito alla controversia scatenata dalla vittoria di William Byron alla Daytona 500 e dal successivo burnout, la NASCAR non sta correndo rischi di accuse simili. Gli echi delle accuse di ‘imbroglio’ rivolte a Byron, l’asso di Hendrick Motorsports, riecheggiano ancora dopo il suo trionfo al Daytona International Speedway, dove il suo burnout celebrativo ha portato la sua Chevy No. 24 a scontrarsi con il muro. Alcuni critici sono stati rapidi a speculare che questo potesse essere un manovra strategica per evitare controlli tecnici. Istruzioni chiare sono state date al team Toyota No. 20 di non emulare le teatralità di Byron al Circuit of the Americas, un tentativo da parte delle autorità NASCAR di salvaguardare la credibilità dello sport.
Aggiungendo un ulteriore strato alla storia, Christopher Bell, un pilota della Joe Gibbs Racing, ha recentemente goduto della gloria della sua seconda vittoria consecutiva nella Cup Series. È entrato nelle fila di Kevin Harvick, che ha raggiunto lo stesso traguardo nel 2018, vincendo due delle prime tre gare. Questa vittoria è stata particolarmente dolce, dato che Bell è riuscito a superare Kyle Busch al Circuit of the Americas, un trionfo che ha consolidato come un traguardo significativo per il team No. 20.
Nonostante la gioia, a Bell è stato espressamente vietato di eseguire un burnout contro il muro, una direttiva comunicata a lui dalla NASCAR tramite il suo spotter. Questa direttiva ha riacceso le speculazioni riguardo alle accuse di imbroglio che circondavano la vittoria di Byron alla Daytona 500. Byron, tuttavia, ha respinto tali affermazioni, descrivendo il suo scontro con il muro al leggendario speedway come un risultato involontario della sua “goffaggine”.
Joe Gibbs Racing, non estranea alle controversie, ha fatto notizia per le ragioni sbagliate di recente. Il loro pilota, Chase Briscoe, ha conquistato la pole position prima dell’apertura della stagione e ha concluso quarto alla Daytona 500. Ma la gioia è stata di breve durata poiché la sua Toyota numero 19 è stata trovata con una base dello spoiler modificata dopo la gara, portando a una penalità di livello L2. La penalità includeva 100 punti per il pilota/proprietario, 10 punti per i playoff, una multa di 100.000 dollari e una sospensione di quattro gare per il capo squadra James Small.
Questa controversia potrebbe aver influenzato la decisione della NASCAR di dissuadere i piloti dalle celebrazioni di burnout. La decisione potrebbe essere stata innescata dalla squalifica di Parker Kligerman al Daytona International Speedway. Kligerman, il vincitore iniziale della Fresh From Florida 250, è stato squalificato dopo che il suo camion No. 75 della Henderson Motorsports ha fallito l’ispezione post-gara a causa di un’altezza troppo bassa sul retro da entrambi i lati. Se Kligerman avesse eseguito un burnout contro il muro, potrebbe aver ricevuto il beneficio del dubbio riguardo all’altezza del suo camion durante l’ispezione post-gara.
La posizione della NASCAR sui burnout è quindi mirata a preservare l’integrità dello sport, garantendo che le vittorie non siano macchiate da accuse di gioco sleale. Bell ha rispettato la direttiva della NASCAR, lasciando brillare il suo merito attraverso le sue vittorie consecutive. Per la Joe Gibbs Racing, la conformità alle direttive della NASCAR è il modo migliore per evitare future controversie, anche se ciò significa frenare la gioia dei trionfi dei loro piloti.