Il Portogallo è stato il sesto paese dell’Unione Europea (UE) con il maggior numero di morti sulle strade nel 2022, registrando 60 morti per milione di abitanti, superando così la media di mortalità dell’UE di 46 morti per milione di abitanti.
I dati rivelati dalla Corte dei Conti Europea (CCE), e resi noti questa settimana, sono contenuti nel rapporto speciale sulla sicurezza stradale che mostra una media di morti per incidenti stradali in Spagna inferiore alle 40 morti per milione di abitanti, posizionando il paese vicino al settimo posto nella classifica dell’UE nel 2022.
La Svezia, secondo la tabella, è il paese con il minor numero di morti per milione di abitanti tra gli Stati membri, registrando 20 morti per milione di abitanti nel 2022, seguita da Danimarca, Irlanda, Germania, Finlandia ed Estonia, tutti con meno di 40 morti per milione di abitanti.
Alla fine della tabella si trova la Romania, che è stata il paese dell’UE con il maggior numero di morti dovute agli incidenti stradali nel 2022, superiore a 80 morti per milione di abitanti, seguita da Bulgaria, Croazia, Grecia, Lettonia e, al sesto posto, il Portogallo.
Nonostante l’alto tasso di incidenti nel 2022, il Portogallo ha ridotto il numero di morti rispetto al 2010, anno in cui ha registrato più di 90 morti per milione di abitanti, sottolinea la CCE nel rapporto.
Per quanto riguarda l’età delle auto che circolano sulle strade dell’UE, il rapporto – basato sui dati dell’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (ACEA) del 2021 – colloca il Portogallo a metà della tabella, insieme alla Spagna, con una media di età dei veicoli di 13,5 anni, ma quasi il doppio dell’età media (7,6 anni) dei veicoli in Lussemburgo, i più nuovi dell’UE.
La Grecia, con un’età media dei veicoli di 17 anni, e l’Estonia, di 16,8 anni, sono stati nel 2022 i paesi dell’UE con le auto in circolazione più vecchie e circa cinque anni più vecchie rispetto alla media dell’UE, di 12 anni.
Come principale conclusione del rapporto, la Corte dei Conti Europea sottolinea che l’UE e i paesi dell’UE “devono fare di più”, altrimenti non riusciranno a raggiungere l’obiettivo di ridurre a metà il numero di morti per incidenti stradali entro il 2030 rispetto al valore del 2019, anno in cui sono morte sulle strade dell’UE 22.800 persone.
La Corte dei Conti Europea raccomanda anche alla Commissione Europea di incoraggiare gli Stati membri a condurre indagini dettagliate sulle cause degli incidenti, soprattutto nei punti critici, e promuovere la redazione di relazioni armonizzate a tal proposito, misura da attuare entro il 2026.