In un colpo di scena da brivido al Gran Premio di F1 di Miami, George Russell della Mercedes ha affrontato una feroce protesta da parte della Red Bull, che sosteneva che non avesse rallentato adeguatamente sotto le bandiere gialle quando l’auto di Gabriel Bortoleto si è fermata in pista a causa di un problema con l’unità di potenza. La protesta è stata sollevata mentre Russell si trovava comodamente al terzo posto, con Max Verstappen che lo seguiva da vicino.
Verstappen ha sollevato preoccupazioni tramite la radio di squadra, spingendo la Red Bull a indagare se Russell avesse rispettato le normative sulle bandiere gialle. Nonostante non ci fosse stata un’inchiesta immediata durante la gara, la Red Bull sembrava pronta a contestare le azioni di Russell, istruzioni che includevano il mantenere Verstappen a cinque secondi da Russell al traguardo – suggerendo un’anticipazione di una potenziale penalità di tempo.
Dopo la gara, entrambe le parti sono state convocate per discutere la questione. Russell, assente dalla conferenza stampa per “motivi medici”, ha affrontato i commissari di gara fino a tarda notte. Dopo aver esaminato i filmati a bordo e i dati di telemetria, i commissari hanno confermato che Russell aveva effettivamente sollevato il piede dall’acceleratore e ridotto significativamente la velocità, rispettando i requisiti dell’articolo 26.1 delle normative sportive. Anche se la sua velocità era aumentata brevemente nel passare attraverso la zona delle bandiere gialle, il suo comportamento complessivo è stato ritenuto conforme.
Il team principal della Mercedes, Toto Wolff, ha minimizzato la controversia, affermando che mentre Verstappen aveva sollevato una preoccupazione, il team non era a conoscenza di alcun comportamento scorretto. Alla fine, i commissari hanno ritenuto infondata la protesta, permettendo a Russell di mantenere il suo duramente conquistato terzo posto, con Verstappen che ha concluso poco oltre due secondi di distanza.