In un atto di sfida contro la rigorosa politica linguistica della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), i piloti del Campionato del Mondo di Rally (WRC) stanno optando per il silenzio o per le loro lingue native durante le interviste. Questa mossa, coordinata dall’Alleanza dei Piloti di Rally del Mondo (WoRDA), è una risposta potente alla posizione di zero tolleranza della FIA sul linguaggio dei piloti durante i fine settimana di gara.
La WoRDA, una nuova entità simile all’Associazione dei Piloti di Formula 1 (GPDA), è nata a seguito di una pesante multa inflitta a Adrien Fourmaux della Hyundai. Il pilota francese, che è stato penalizzato con una multa di €10.000 con una multa sospesa di €20.000 per aver bestemmiato in un’intervista trasmessa in televisione durante il Rally di Svezia a gennaio, è stato il catalizzatore per la formazione della WoRDA.
Da allora, l’alleanza è stata vocale riguardo alla sua insoddisfazione nei confronti della FIA e del suo presidente, Mohammed Ben Sulayem. In una recente dichiarazione, la WoRDA ha chiesto una “soluzione urgente e reciprocamente accettabile” alla politica linguistica attuale. Questo appello sembra essere caduto nel vuoto, spingendo il gruppo a chiarire ulteriormente il suo corso d’azione previsto.
“Tutti noi concordiamo nel mantenere la scortesia al microfono al minimo,” ha dichiarato l’alleanza. “Allo stesso tempo, è necessario mantenere una certa libertà di espressione e tenere vive le emozioni, mentre i piloti non devono avere paura di essere puniti in alcun modo.”
La WoRDA sostiene che questa politica soffoca la libertà di espressione dei piloti e, senza cambiamenti alle regole, non possono garantire un’aderenza perfetta. Di conseguenza, i suoi membri hanno deciso di rimanere in silenzio durante le interviste post-gara o di rispondere nella loro lingua madre.
“Noi – membri della WoRDA – stiamo ora prendendo la decisione responsabile di rimanere in silenzio alla fine delle interviste o di rispondere nella nostra lingua madre. Nel proprio interesse del nostro sport, un’azione del genere è purtroppo necessaria e ci scusiamo con tutti i fan del rally, anche se sappiamo che ci supportano in questo,” ha ulteriormente elaborato la dichiarazione.
Questo sviluppo arriva in vista del Safari Rally Kenya, dove i piloti hanno promesso di mantenere il silenzio durante le interazioni obbligatorie con i media o di utilizzare le rispettive lingue invece dell’inglese. Questa protesta è prevista per scuotere le tradizionali procedure post-gara e attirare l’attenzione sulla disputa in corso con la FIA.
Mentre il silenzio può essere assordante, è una mossa audace volta a sostenere il cambiamento all’interno dello sport. Come risponderà la FIA a questo atto collettivo di sfida rimane da vedere. Mentre i piloti ribadiscono la loro posizione, il mondo del motorsport osserva con il fiato sospeso.