Al centro dell’iconico Indianapolis Motor Superspeedway, Janet Guthrie ha fatto una dichiarazione contro scettici e detrattori mezzo secolo fa. Il suo motivo era chiaro; era lì per correre, non per incidere il suo nome nelle pagine della storia. Ma come il destino avrebbe voluto, la sua impresa storica nel 1977 la catapultò negli annali della storia come la prima donna a qualificarsi per il Daytona 500. Nonostante abbia affrontato dubbi, disprezzo e sia stata gravata da attrezzature sottocapitalizzate, Guthrie ha lasciato il suo segno. Ha detto una volta: “Non si tratta di essere la prima, si tratta di assicurarsi di non essere l’ultima.” Fedele alle sue parole, ha acceso un fuoco che avrebbe ispirato molti altri a seguire le sue orme.
Il viaggio delle donne nei motorsport è iniziato con Sara Christian nel 1949, che è diventata la prima donna a competere nella Winston Cup. Il testimone è poi passato a Louise Smith ed Ethel Mobley, che hanno partecipato alle prime due gare della Sprint Cup insieme a Christian. Il loro coraggio e tenacia hanno spianato la strada per personaggi come Patty Moise, Danica Patrick, Katherine Legge, Hailie Deegan e ora Toni Breidinger e Deegan che portano avanti la torcia.
La relazione di Toni Breidinger con la pista va oltre l’asfalto. È stata il suo campo di prova, il suo sogno e ora una testimonianza della sua determinazione. La giovane pilota, che una volta guardava con stupore il vasto Las Vegas Motor Speedway, è ora passata da spettatrice a concorrente. Unendosi a TRICON Garage, è pronta a competere a tempo pieno nella NASCAR Craftsman Truck Series.
La transizione di Breidinger da giovane pilota del Bullring a partecipante a tempo pieno nella Truck Series è una storia di ambizione e perseveranza. Guardando indietro al suo percorso, dice: “Questo è un momento davvero speciale a cerchio completo per me. Ho trascorso la mia infanzia a correre con i midget al Bullring di LVMS. Oggi è finalmente il giorno!!”
Il suo debutto al Las Vegas Motor Speedway ha segnato un traguardo significativo nella sua carriera nella NASCAR Craftsman Truck Series. Dopo una difficile prestazione in 27ª posizione alla ‘Fresh From Florida 250’ di Daytona, Breidinger si trova di fronte a una ripida curva di apprendimento in una serie altamente competitiva. Tuttavia, i suoi 11 piazzamenti tra i primi 10 in ARCA suggeriscono la sua adattabilità. Con il supporto di Toyota e TRICON Garage, ha le risorse per crescere e lasciare il segno nella serie.
La dedizione di Breidinger alla Truck Series è un faro di speranza per le donne nel motorsport. Nonostante abbia accumulato un enorme seguito sui social media e una carriera di modella con Victoria’s Secret, rimane fermamente concentrata sulla sua ricerca di prestazioni in pista. “Toyota e TRICON mi hanno fatto sentire sicura che possono aiutarmi a colmare il divario in questa offseason. Lavorerò duramente per essere pronta appena inizia la stagione,” afferma.
L’eredità di Janet Guthrie serve da promemoria delle prove e delle tribolazioni che le donne hanno affrontato nel mondo dominato dagli uomini del motorsport. Nonostante l’accesso limitato a attrezzature professionali e la mancanza di supporto, Guthrie ha lottato con tutte le sue forze per lasciare il segno. La sua determinazione e resilienza sono state un faro per future pilote come Breidinger, Patrick e Deegan.
Le difficoltà di Guthrie sottolineano le questioni sistemiche che hanno afflitto lo sport, ostacolando il progresso delle pilota femminili. Nonostante il suo talento indiscutibile, è stata spesso costretta a correre con attrezzature antiquate, mentre i suoi colleghi maschi godevano del lusso di sponsor ben finanziati. Tuttavia, l’influenza di Guthrie nel mondo della NASCAR è innegabile. Essendo la prima donna a competere sia nell’Indianapolis 500 che nel Daytona 500, ha tracciato un percorso per le future generazioni di pilota femminili.
Il fatto che siano trascorsi tre decenni dopo Guthrie prima che un’altra donna tentasse la Daytona 500 evidenzia il lento progresso all’interno della NASCAR. Se lo sport e i suoi sponsor avessero abbracciato il successo di Guthrie, il percorso per le pilote femminili avrebbe potuto essere meno arduo. Ma invece, la carriera di Guthrie è stata relegata all’ombra e è stato solo anni dopo che è stata inserita postuma nella International Motorsports Hall of Fame.
Il percorso che donne come Guthrie, Patrick e ora Breidinger seguono nella NASCAR non è facile. Ma le loro storie servono da ispirazione per aspiranti piloti ovunque. Mentre Breidinger prende il suo posto sulla griglia, non sta solo vivendo il suo sogno, ma porta avanti anche l’eredità delle donne che l’hanno preceduta. La sua storia è una testimonianza del potere dei sogni, della determinazione e dello spirito indomabile di coloro che osano rompere le barriere.