In un mondo dove la tecnologia regna sovrana, i piloti NASCAR si trovano di fronte a un dilemma: i simulatori aiutano o ostacolano le loro prestazioni in pista? Secondo il campione della Cup Series 2023 Ryan Blaney, queste macchine di pratica virtuale possono portare i piloti a “imparare alcune cattive abitudini” se si affidano troppo a esse.
Blaney ha recentemente condiviso i suoi pensieri sui simulatori nel Team Blaney Podcast, ammettendo che, sebbene possano essere utili per le gare su circuiti stradali, lui sceglie di non usarli per le piste ovali. Ha sottolineato l’importanza di non fidarsi completamente dei simulatori, avvertendo che può esserci una disconnessione tra le corse virtuali e quelle reali.
Nonostante i progressi nella tecnologia dei simulatori nel corso degli anni, Blaney ha evidenziato i glitch occasionali che possono interrompere la coordinazione mente-occhio di un pilota. Ha menzionato casi in cui il movimento dell’auto non si allineava immediatamente con lo schermo del simulatore, costringendolo ad abbandonare la sessione virtuale.
Sebbene Blaney riconosca l’utilità dei simulatori per familiarizzare con le piste e i punti di riferimento, apprezza anche i metodi tradizionali di preparazione, come lo studio dei dati. Il suo approccio unico alla preparazione per le gare si è rivelato vincente, con una recente vittoria al Nashville Superspeedway che gli ha garantito un posto nei playoff e lo ha posizionato come uno dei principali contendenti per il campionato.
Mentre il dibattito sul ruolo dei simulatori in NASCAR continua, piloti come Ryan Blaney ricordano che l’equilibrio è fondamentale quando si incorpora la tecnologia nell’arte della corsa. In uno sport dove decisioni prese in frazioni di secondo possono fare o rompere una gara, trovare il giusto mix di allenamento virtuale ed esperienza nel mondo reale è cruciale per il successo in pista.