In uno sport dominato dagli uomini come la Formula 1, il nome di Lella Lombardi risuona ancora come la prima e unica donna a guadagnare punti nel campionato cinquant’anni fa. La racer italiana ha fatto la storia durante il caotico Gran Premio di Spagna, dove ha ottenuto mezzo punto per aver concluso al sesto posto in una gara interrotta da un incidente mortale.
Il percorso di Lombardi verso la F1 è stato costellato di determinazione e abilità, partendo dalle corse con i kart fino a scalare le classifiche nella Formula 850, nella Formula 3 e, infine, entrando nella Formula 5000 nel 1974. Nonostante le sfide affrontate, ha lasciato il segno diventando la seconda donna di sempre a qualificarsi per una gara di F1 al Gran Premio del Sudafrica.
La domanda su quando un’altra donna arricchirà la griglia di F1 circola tra i fan e gli esperti. Con nomi come quello della campionessa della W Series Jamie Chadwick che fanno scalpore e team che mostrano interesse nel coltivare talenti femminili, il panorama della F1 sta gradualmente cambiando. La serie di feeder F1 Academy, sostenuta da tutti e 10 i team di F1, e l’emergere di talenti femminili come Abbi Pulling e Marta Garcia sono chiari indicatori di un futuro più inclusivo nel motorsport.
Inoltre, la presenza di Laura Mueller come prima ingegnera di gara donna nella storia della F1 e le iniziative guidate dall’ex campione del mondo Sebastian Vettel per supportare le giovani pilote mostrano un crescente slancio verso la diversità di genere nello sport. La narrativa non riguarda più il “se”, ma il “quando” un’altra donna si unirà ai ranghi dei piloti di F1, abbattendo barriere e ispirando generazioni future.
L’eredità di Lombardi come pioniera nella F1 continua a stimolare conversazioni sull’inclusività e sulle opportunità in uno sport dove velocità, abilità e determinazione non conoscono genere. Mentre il mondo del motorsport si evolve, la sua storia serve da testimonianza alle infinite possibilità che attendono le future superstar femminili sulla prestigiosa griglia di F1.