Trasportati indietro alla stagione 1988 della NASCAR Cup Series, un’epoca ricordata famosamente per la prima di due guerre delle gomme tra Goodyear e Hoosier. Tuttavia, in mezzo al trambusto incentrato sulle gomme, un’altra intrigante dramma si stava svolgendo nel garage della NASCAR; i piloti venivano collegati a squadre rivali, e le voci erano eccitanti quanto la corsa stessa. Una di queste affascinanti narrazioni riguardava Neil Bonnett, parte dell’Alabama Gang, che si diceva fosse in procinto di passare a Hendrick Motorsports.
Una figura prominente nella NASCAR, Bonnett aveva goduto di un periodo di successo con Junior Johnson & Associates e team Chevy prima di passare a Rahmoc Enterprise e al campo Pontiac. Tuttavia, iniziò l’anno con una striscia di 29 gare senza vittorie, suscitando sussurri su un possibile passaggio a un team Chevy. Hendrick Motorsports, una potenza emergente, era la destinazione vociferata. Non si tratta di pettegolezzi; la leggenda delle corse Dale Earnhardt Jr. stesso ha verificato la voce, delineando una realtà alternativa in cui Rick Hendrick avrebbe potuto assicurarsi i talenti del nativo dell’Alabama.
Immagina lo scenario: Neil Bonnett, un pilota di punta per Hendrick Motorsports. Mentre Dale Jr., colpito da una febbre e rivisitando la stagione NASCAR del 1988, si imbatteva in questo rumor, non poteva fare a meno di contemplare i ‘se’. “Durante la trasmissione di Martinsville, hanno menzionato che Neil Bonnett si diceva stesse per andare a Hendrick Motorsports la stagione successiva,” ricorda Dale Jr. Anche se Rick Hendrick non ricordava tale proposta, e la formazione rimase invariata nel 1989, è affascinante considerare le possibilità.
Negli anni ’80, Hendrick Motorsports era in cerca di diventare una forza dominante, portando a bordo talenti come Darrell Waltrip. Se i rumor si fossero materializzati, e Bonnett avesse ottenuto un posto con Hendrick, le dinamiche avrebbero potuto essere esaltanti. Con Geoff Bodine e Waltrip a correre per Hendrick, un pilota del calibro di Bonnett avrebbe aggiunto una nuova dimensione al team sfavorito.
Nel 1988, Bonnett, alla guida per RahMoc Enterprises, ha avuto un anno fenomenale, vincendo due delle prime tre gare di punti della Cup. Ha anche fatto la storia diventando il primo pilota NASCAR a vincere una gara al di fuori del Nord America al Calder Park Thunderdome di Melbourne, Australia. Immagina un mondo in cui le vittorie di Bonnett facevano parte del piano strategico di Hendrick; è una prospettiva entusiasmante.
Con 18 vittorie e 20 pole a suo nome, Bonnett è stato uno dei migliori concorrenti della sua epoca. Una partnership con Rick Hendrick avrebbe potuto essere rivoluzionaria. Inoltre, Bonnett era un beniamino dei media e ha persino avuto apparizioni cinematografiche come in Days of Thunder. Purtroppo, questa collaborazione da sogno non si è materializzata, e NASCAR ha perso l’icona nel 1994 a causa della famigerata guerra delle gomme.
Nonostante l’opportunità mancata con Bonnett, le decisioni strategiche di Rick Hendrick hanno plasmato la traiettoria del team. Il suo reclutamento di un relativamente sconosciuto Jeff Gordon nel 1992 si è rivelato un colpo da maestro. Insieme, hanno vinto quattro campionati della Cup Series e ben 93 gare, portando Hendrick Motorsports a nuove vette. Allo stesso modo, l’ingresso di Darrell Waltrip nel 1987 ha consolidato la loro posizione tra i migliori della NASCAR.
Anche nei momenti difficili, come il calo dopo la partenza di Jimmie Johnson, l’occhio strategico di Hendrick non ha vacillato. Ha identificato stelle future come Chase Elliott, Kyle Larson e William Byron, che hanno da allora contribuito alle storie di successo del team. Recentemente, Corey Day, un fenomeno delle piste in terra, di 19 anni, è stato firmato per correre in varie serie nel 2025.
Guardando al 2025, tutti gli occhi sono su Hendrick Motorsports. Con Ford e Team Penske che dominano l’era Next Gen, la domanda è: chi tra Elliott, Larson e Byron aiuterà Hendrick Motorsports a conquistare il suo 15° campionato? Solo il tempo lo dirà, ma l’emozione della gara e il fascino dei ‘cosa sarebbe successo se’ continuano a catturare l’attenzione dei fan della NASCAR in tutto il mondo.