Come la popolarità online della F1 ha alimentato una fanbase tossica che sta sfuggendo al controllo
Il rapido aumento della Formula 1 nell’era della Liberty Media è stato nulla meno che spettacolare. I social media hanno giocato un ruolo fondamentale in questo boom, forse anche più di Drive to Survive di Netflix. Ma man mano che l’impronta online della F1 cresce, cresce anche una verità brutta e innegabile: la tossicità all’interno della fanbase sta aumentando a un ritmo allarmante.
Quello che un tempo era una comunità digitale vivace e appassionata è, in molti modi, diventata un campo di battaglia di molestie, tribalismo e abusi sfrenati. E secondo nuove ricerche, questa tendenza non farà altro che peggiorare.
I dati non mentono: la tossicità della F1 è in aumento
Uno studio innovativo della società di intelligenza sociale Buzz Radar ha analizzato 100 milioni di post sui social media relativi alla F1 negli ultimi dieci anni, tracciando 247.000 account di fan. I risultati sono inquietanti: la negatività e l’ostilità online sono quasi raddoppiate solo negli ultimi tre anni.
Risultati chiave dello studio:
- La tossicità nei post sui social media della F1 è passata dall’11% nel 2021 al 20% nel 2023
- Il duello per il titolo tra Verstappen e Hamilton del 2021 ha innescato il più grande picco di contenuti tossici
- Il 80% dei post tossici deriva da rivalità tra team e piloti, controversie nelle gare e accuse di parzialità
E il peggio potrebbe ancora venire. La modellazione predittiva di Buzz Radar suggerisce che le interazioni tossiche dei fan potrebbero aumentare di un ulteriore 10–30% nei prossimi tre anni.
Il Gran Premio di Abu Dhabi 2021: L’Evento Che Ha Rotto i Social Media di F1
Sebbene la F1 abbia sempre avuto dibattiti accesi, il problema della tossicità dello sport è esploso dopo il controverso Gran Premio di Abu Dhabi 2021, dove una decisione errata della FIA ha alterato l’esito del campionato.
Quella notte ha segnato un punto di svolta. I fan, alimentati dalla rabbia e dalla frustrazione, hanno inondato i social media di accuse, minacce e attacchi personali. Nemmeno i piloti e gli ufficiali sono stati risparmiati.
Nicholas Latifi, il cui incidente ha innescato il famigerato restart della safety car, ha ricevuto minacce di morte. La situazione è diventata così grave che ha dovuto assumere guardie del corpo per la sua sicurezza.
Il campione del mondo Max Verstappen si è anche espresso contro la tossicità. Nel podcast Talking Bull di Red Bull, ha detto:
“Le persone rendono sempre tutto molto peggio sui social media. Ci sono molti idioti su quella piattaforma che hanno sempre qualcosa da dire, qualcosa di cui lamentarsi.”
E non è solo lui. Molti piloti, squadre e persino funzionari di gara sono sempre più preoccupati per l’impatto della tossicità sui social media.
Perché i social media della F1 sembrano più tossici che mai
Il problema principale? Gli algoritmi dei social media premiano la negatività.
Piattaforme come X (ex Twitter), Facebook e Instagram prioritizzano l’engagement sopra ogni altra cosa. E le ricerche mostrano che le persone interagiscono di più con contenuti che inducono rabbia.
Ecco perché:
- Le rivalità e le controversie si diffondono più velocemente delle discussioni positive
- I titoli “che scatenano rabbia” e le citazioni fuori contesto dominano i feed
- La rabbia ottiene più condivisioni, commenti e reazioni—alimentando ulteriormente la tossicità
È un ciclo vizioso. Le aziende di social media traggono profitto dal caos, e finché la rabbia guida i clic, questo problema non scomparirà da solo.
La FIA e gli organismi sportivi stanno reagendo
Il corpo governativo della F1, la FIA, non sta ignorando il problema. Il presidente Mohammed Ben Sulayem ha reso la lotta contro l’abuso online una priorità, spingendo per azioni più forti contro le molestie e la discriminazione.
Attraverso la campagna United Against Online Abuse (UAOA), la FIA ha unito le forze con altre 28 organizzazioni sportive—tra cui FIFA, World Sailing e la Federazione Internazionale di Tennis—per affrontare l’odio online.
Un recente rapporto Online Abuse in Sport Barometer ha rivelato statistiche allarmanti:
- Il 50% di tutti gli abusi verso gli atleti è misogino o razzista
- Il 75% degli organismi sportivi ha segnalato minacce contro i concorrenti e le loro famiglie
- Il 90% delle federazioni teme che gli abusi online possano costringere gli atleti ad abbandonare il loro sport
Per affrontare la crisi, l’UAOA ha ottenuto €400.000 di finanziamenti dalla Commissione Europea per sviluppare misure anti-abuso più forti. Ma la vera sfida rimane: le stesse aziende di social media.
Le piattaforme come X e Meta dovrebbero essere ritenute responsabili?
La FIA e altre federazioni sportive sono sempre più frustrate con piattaforme come X e Meta (Facebook e Instagram), sostenendo che non stanno facendo abbastanza per rimuovere contenuti dannosi.
Secondo il rapporto UAOA:
- Il numero di organizzazioni sportive che chiedono alle aziende di social media di assumersi la responsabilità è aumentato dal 57% al 67%
- Il 94% afferma che le piattaforme di social media devono avere un ruolo maggiore nell’affrontare gli abusi
Tuttavia, i recenti cambiamenti nel Big Tech hanno solo peggiorato le cose.
- I cambiamenti di Elon Musk su X hanno ridotto la moderazione dei contenuti, rendendo più facile la diffusione di contenuti tossici
- Facebook ha ridotto il numero di fact-checker, citando una spinta per la “libertà di espressione”
- Gli algoritmi guidati dall’IA stanno amplificando contenuti divisivi a un ritmo senza precedenti
Se queste piattaforme non cambiano il modo in cui operano, il problema della tossicità in F1 non farà altro che aumentare.
Il Futuro dei Social Media di F1—Cosa Si Può Fare?
In questo momento, il panorama appare desolante. L’esplosione dei social media di F1 non sta rallentando, e man mano che lo sport cresce, cresce anche il volume delle interazioni tossiche.
Quindi, cosa si può fare?
- Maggiore azione da parte delle squadre di F1 e degli organismi di governo—Politiche più chiare e pene più severe per le molestie
- Regolamenti più severi sulle aziende di social media—Costringerle a prendersi responsabilità per contenuti abusivi
- Educazione & consapevolezza—Incoraggiare i fan a impegnarsi in modo positivo piuttosto che alimentare la macchina dell’indignazione
Ma a meno che le piattaforme di social media non apportino cambiamenti fondamentali, il ciclo tossico continuerà. E sulla base delle previsioni di Buzz Radar, i prossimi tre anni potrebbero essere i peggiori di sempre.
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